Et verbum carnem invasit
(quando il Verbo scuote l’uomo,
si opera forse nell’ispirazione
un simulacro di incarnazione?)
In un pomeriggio assolato,
di un caldo settembre avanzato,
Angelo ha lasciato Malgrate,
diretto a Milano, per andare
a parlare alle folle adunate.
Sul sagrato l’aspettano in molti
e nel duomo già i banchi son folti
di gente e ci sono anch’io.
Nel solenne tempio di Dio
sale l’antico canto corale
e invade tutta la cattedrale.
L’incenso smorza i mille colori,
al tramonto, e la luce di fuori
le agili colonne fa risaltare,
così slanciate, onde non pare
che il peso dei cento e più santi
sopra al tetto possan sopportare.
E dopo i tanti festosi canti,
infine, sul pulpito salito,
la tua voce ho riconosciuto,
quella che al professor recitava
di Virgilio l’Eneide e scandiva,
con calma, il ritmo delle parole.
Ma oggi i concetti non son favole:
Angelo è la salda e sicura guida
di tutto il popolo che in lui confida.
Possa la tua parola convincerci
e all’incontro con Dio dirigerci.
La cerimonia finita appena,
il mio sguardo corse, all’uscita,
lassù, alla Madonnina dorata,
nella luce della notte serena.
Milano, 25 settembre 2011