Et verbum carnem invasit

Scritta in occasione dell’entrata a Milano del nuovo arcivescovo Angelo Scola

Scritta in occasione dell’entrata a Milano del nuovo arcivescovo
Angelo Scola


(quando il Verbo scuote l’uomo,
si opera forse nell’ispirazione
un simulacro di incarnazione?)
 
In un pomeriggio assolato,
di un caldo settembre avanzato,
Angelo ha lasciato Malgrate,
diretto a Milano, per andare
a parlare alle folle adunate.
Sul sagrato l’aspettano in molti
e nel duomo già i banchi son folti
di gente e ci sono anch’io.
Nel solenne tempio di Dio
sale l’antico canto corale
e invade tutta la cattedrale.
L’incenso smorza i mille colori,
al tramonto, e la luce di fuori
le agili colonne fa risaltare,
così slanciate, onde non pare
che il peso dei cento e più santi
sopra al tetto possan sopportare.
E dopo i tanti festosi canti,
infine, sul pulpito salito,
la tua voce ho riconosciuto,
quella che al professor recitava
di Virgilio l’Eneide e scandiva,
con calma, il ritmo delle parole.
Ma oggi i concetti non son favole:
Angelo è la salda e sicura guida
di tutto il popolo che in lui confida.
Possa la tua parola convincerci
e all’incontro con Dio dirigerci.
La cerimonia finita appena,
il mio sguardo corse, all’uscita,
lassù, alla Madonnina dorata,
nella luce della notte serena.
 
Milano, 25 settembre 2011