Ma l’amore in ogni stagione
sa vincer la propria tenzone.
Per tanti lunghi anni s’ampliò
quel candido ghiaccio vivo
e il ghiacciaio la roccia intaccò
e lo coprì tutto affettivo
per ridare vita sovresso
a un nuovo più stretto amplesso.
Che tra loro cresceva l’amore,
nonostante tanto rigore,
un bel giorno Odino notò
L’emozione a tanto affetto
non fu certo di dispetto
e causò l’inatteso calore
che gli amanti in un dì scongelò.
Ma l’acque del ghiaccio disciolto,
non s’allontanarono molto,
circondandol s’adagiarono,
e più lievemente abbracciarono,
e a più bel agio, il roccioso
speron, che di bosco frondoso
e di splendidi fior s’ammantò.
E l’usignolo di nuovo cantò.
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E d’un masso scomparso le rune
c’è chi dice narrasser che alcune
altre ninfe fosser con Laria,
in lieta e discreta compagnia:
a destra l’opulenta Benaca
con l’amica Sebina elisia
e la triste Verbana a manca
con la bella ed amabil Ceresia.
S’immagin di Odino il furore
osservando l’ansia d’amore
nell’immane furioso duello
tra le ninfe e gli amici del Bello.
Così tutti congelati vennero,
e col tempo i ghiacciai crebbero
ricoprendo i loro corpi fino
alla commozione di Odino:
quando poi il ghiaccio si sciolse
dal cielo Odino infine scorse
che i maggior laghi prealpini
s’eran formati ai monti vicini.
Si pensa che i laghetti situati
nella Brianza siano i figli
da Laria e dal suo Bello nati
e cresciuti nei loro giacigli.
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Certo ancor oggi l’acque del lago
sembrano trarre il loro svago
e giocare con eterno amore
carezzando con costante ardore
l’ammirevole penisola,
che le divide e le mescola
contrastandole a suo agio,
con la mole rocciosa di Bellagio,
17 febbraio 2011
Bravo Nando