La lotteria E.42

La lotteria
La dea bendata dell’E.42
oggi ne ha fatto una delle sue:
non ha riconosciuto certa gente
che l’attendeva molto cordialmente.
“Via non facciam le cose storte,
alla fortuna apriam le porte,
non badiam per pochi denari,
possiam poi diventar milionari.”
Le due amiche han preso un biglietto
e l’han messo in un cassetto,
han firmato un documento allo scopo
di non avere poi noie dopo.
E a Pierina: “Se vinceremo
noi i cinque bei milioni
non ne faremo no di strafalcioni,
ti regalerem un bel vestito fiammante,
vedrai che pure tu sarai elegante!
Un lungo viaggio anche tutti insieme
(in macchina certo ci conviene!).
Questo poi dopo noi combineremo
e dove fin ci piace andremo.”
Dal tabaccaio si trovaron gli amici
e: “Dimmi un po’ tu che ne dici?
Compriamo insieme (andiamo, via!)
un bel biglietto della lotteria ?”
Afferma l’altro ed ecco acquistato
il biglietto tanto agognato.
A casa lieto sen va ognuno
pensando di dir nulla a nessuno,
“Se la sorte ci vorra’ favorire
con piu’ entusiasmo
glielo andremo a dire”
Oggi e’ il di’ dell’estrazione:
quale amara delusione!
I biglietti comperati
non son stati sorteggiati.
Ecco i cinque bei milioni
al paese ancor dei sogni;
pure i premi “consolazione”
ci han lasciato l’illusione.
Non siam proprio fortunati
dicon tutti concitati
e l’amica resta male
pel biglietto che non vale:
“Pero’”- dice, piu’ compita
per non essere stizzita,
“la mia serie e’ li’ passata
ben vicino alla premiata.”
 
BELLAGIO, 24 GENNAIO 1939