Abbaglio

Un’astrazione o un abbaglio?

Un’astrazione o un abbaglio?

Chiudendo gli occhi, rilassato,
m’appaiono strane figure,
sono immagini chiare e scure,
che si sfilano dal passato.
Colori cangianti e puntinati,
contorni incerti e rovesciati.
Così ritorna la mia mente
a tutto ciò che ha incontrato,
e diviene ancor più insistente
nel cercar di veder e fissare:
anche ciò che ha immaginato:
appaion le cose che ho visto
e che non volevo vedere,
con quelle che non ho potuto
mai scoprire e conoscere;
poi questo ambiente si anima
di icone precise e sfocate:
le persone che ho incontrato
quando e come non avrei voluto,
con quelle che non ho trovato
e che avrei voluto incontrare.
Un’intensa commozione sale
col turbinio dei ricordi
Nell’alto silenzio un sibilo
acuto e ritmato mi assale
incessante, sempre uguale,
un lontano rombo di tuono,
ed appare nel ricordo il suono
di tutto quel che ho udito
e non ho per niente gradito,
tutto quel che non ho sentito
e che avrei volentieri ascoltato.
Tentando di farmi sentire,
rimango però senza fiato:
e m’accorgo di aver detto
proprio ciò che non potevo
e di non aver saputo dire
invece tutto quel che volevo.
Ma tutto ciò che ho visto o detto,
sentito oppure incontrato
non rimane fermo e intatto
e sfugge così inesorabile,
al battere d’un solo ciglio,
in mille frammenti friabile
di luce e di suoni: un abbaglio
Febbraio 2012