Il ricco ed il poeta
ho molti denari!
Palazzi in città,
ville al monte, al lago ed al mare;
macchine per viaggiare
per terra, nell’aria e sull’acqua;
donne e uomini che mi lodano e mi servono;
infin tutto quel che il denaro può dare
ed è tanto in questo mondo!
Il poeta:
non ho oro,
né case, né macchine,
né amanti, né servi,
non posso aver tutto quello
che l’oro quaggiù può dare;
ho però una sola grande ricchezza:
la mia fantasia,
che tutto fa vero e fa bello;
la piccola nube pascolante
nell’immenso cielo
ed il sottile stelo d’erba oscillante
alla rude carezza del vento,
la casina bianca dispersa
sulla montagna bruna
e la lucente stella sbucante
dal cupo velario notturno,
il canto gioioso dell’usignolo
sotto l’aerea cupola arborea
ed il sorriso della ragazza che scende
come dolce balsamo nel fondo del cuore.
Giorno e notte,
all’aurora e al crepuscolo,
lavora la mia fantasia;
tesse splendide auree
e cangianti damaschi
sulla delicata, tenue trama del sogno.
Senza il tuo oro,
come vedi, ho tutto.
Bellagio, 24 gennaio 1937
Carissimo nando tra le tante miserie umane che ci affliggono, mi sono fermato a leggere
questa poesia di tuo padre.
E’ bellissima perchè inscena un dialogo pieno di intenso contenuto e di squisita armonia ritimica danzando tra settenari, endecasillabi ed altri versi sdruccioli od allungati, tutti comunque riducibili in vere settenari ed veri endecasillabi.
Tutto molto squsito, tra l’altro è la possanza della poesia che dobbiamo fare “intrufolare”
nelle distorsioni politiche ed economiche che si procucono, fatte senza poesia, solo a giuastare gli equilibri che determinano la vera essenza dell’umanita’